Cio' che facciamo 

lo dedichiamo a loro

Vairo Bacaio

Il mio Maestro Vairo Bacaro era un valente Maestro di Kung Fu (allievo del
famigerato legionario francese M° Narciso Pula) convertito poi al Ju Jitsu, del quale era diventato un superbo interprete. Quando è tragicamente scomparso nei cieli delle montagne che circondano Norcia, aveva il grado di 2° Dan. Anche il M° Gunji Koizumi (1885 – 1965), capo della Tenshin shinyo jujitsu, akishima ryu jiujitsu e kuatsu, che insegnava Jiu Jitsu, Judo, Kendo e altre arti marziali giapponesi, anche a Jack Britton, Maestro di Soke Robert Clark, dopo anni di pratica e di insegnamento in Giappone, negli Stati Uniti e poi in Inghilterra, dove fondò il Budokwai di Londra, quando, già avanti con gli anni, incontrò il M° Jigoro Kano, ideatore e Caposcuola del Judo, ottenne il 2° Dan, quale riconoscimento del suo status e della grande perizia tecnica raggiunta. Certo allora i gradi avevano ancora il loro significato e la loro importanza. Non venivano di certo dati prevalentemente per meriti economici/politici né per gratificare padri vanagloriosi di giovanissimi figli partoriti già con la cintura nera che a poco più di venti anni hanno in dotazione una lunga sfilza di Dan e un palmares di due/tre pagine pieno zeppo di pseudo titoli mondiali.Quando ho ottenuto il 2° Dan dalle mani di Soke Robert Clark, a Palermo, in occasione di un grande Stage organizzato dall’amico Pino Li Gotti, ho provato una sensazione di gioia ma nello stesso tempo di disagio: avevo raggiunto lo stesso grado del mio Maestro Vairo, ma ero perfettamente consapevole di non valere la millesima parte del mio Maestro.

Beh, questa sensazione si è riproposta puntualmente ogni volta che, dopo aver maturato i previsti anni di permanenza nel grado, e dopo aver studiato e praticato fino allo sfinimento i programmi tecnici, mi sono presentato davanti alla Commissione d’Esame (M° Steadman o M° Clark) e ho ottenuto un nuovo grado. I Dan sono aumentati, così come i capelli bianchi e gli inevitabili segni lasciati dalle ingiurie del tempo, ma ogni volta ho provato la medesima sensazione di disagio nella piena coscienza di non aver superato in niente il mio Maestro Vairo né tanto meno eguagliato il suo livello. Però ho sempre cercato di compiere le mie scelte pensando a come si sarebbe comportato Lui, stando bene attento a non fare niente che Lui non avrebbe fatto e/o non avrebbe condiviso. Con l’obiettivo di essere coerente e credibile così come lo è sempre stato Vairo.

Fabio Fontanella

Del M° Fabio Fontanella potrei raccontare diversi episodi, alcuni ancora inediti ed esilaranti, per far capire immediatamente la sua straordinaria vitalità ed unicità. Ma mi piace ricordarlo per la sua grande competenza condita da una eccezionale umanità e capacità di relazionarsi immediatamente con tutti. Sono rimasto sempre molto legato a Fabio, anche quando le nostre scelte ci hanno portato a percorrere strade diverse.

Non ha mai cercato di convincermi che avevo sbagliato, ma ha sempre rispettato le mie decisioni. A dispetto della distanza che separa Desenzano da Norcia, siamo stati costantemente in contatto e nei limiti del possibile ci siamo frequentati condividendo la nostra comune passione per il Ju Jitsu, rispondendo sempre con entusiasmo ai sinceri inviti che vicendevolmente ci siamo scambiati, dando sempre il massimo agli Allievi che hanno partecipato ai nostri Stage e alle nostre gare, indipendentemente dalle sigle e dalle federazioni di appartenenza.Per questo ho sempre partecipato ai Memorial organizzati per celebrarne il ricordo dalla sua Allieva, ora valente Maestra, Alessandra De Monte, che ha raccolto la difficile eredità/sfida, alla stessa maniera in cui nel 1988, mio malgrado, l’avevo dovuta raccogliere io.

Quest’anno sono proprio contento di essere riuscito a coinvolgere una trentina di nostri Atleti per partecipare al IV Memorial. Come sempre sono tornato a casa felice di aver rivisto Fabio nei suoi luoghi e nel volto dei suoi Allievi. E come sempre interrogandomi sul perché non ho mai incontrato in nessuno dei 4 Memorial alcuni suoi vecchi amici né almeno uno dei loro Atleti.


Diego Bartolini

Un pensiero va anche al nostro caro Diego Bartolini, arrivato nella mia Palestra da ragazzino e cresciuto con il tempo fisicamente e tecnicamente fino a diventare uno degli atleti di punta del “Centro Salute”.

E dato che Diego aveva dentro di se un fuoco particolare per lo sport di combattimento non ho esitato a consigliargli di iniziare un nuovo percorso presso una Palestra di Pugilato di Spoleto.

Non sono mai stato geloso dei miei Atleti, anzi li ho sempre spinti a fare nuove esperienze, perché sarebbe un importante motivo di crescita sia per loro che per tutti noi, quando periodicamente tornavano ad allenarsi nella mia Palestra. Anche nel Pugilato il bravo Diego si è distinto per la forza, il coraggio, la costanza, il carattere volitivo.

Un esempio per tutti i giovani che ultimamente faticano sempre di più a resistere alle lusinghe di una vita fatta di divano e Play Station, di aperitivi e serate in discoteca, soprattutto se l’alternativa sono le lunghe ed estenuanti sessioni di allenamento, seguite da trasferte interminabili per partecipare alle competizioni, tenendosi sempre pronti a festeggiare gli inevitabili dolori fisici e gli immancabili insuccessi, così fondamentali per forgiare spirito, carattere e corpo.

Carlo Henke

Un dolce pensiero va al Presidentissimo, il “magnifico Presidente” M° Carlo Henke, dotato di una lungimiranza unica che gli permetteva di guardare al di là delle apparenze. E’ stato Lui a volerci nella sua Fesik e, per primo, a credere in noi e nelle nostre potenzialità. Senza la sua paziente opera di divulgazione e promozione e alla straordinaria abilità organizzativa non saremmo riusciti a trovare la nostra Via. Grazie al M° Carlo Henke abbiamo trovato una Patria dove dedicarci con entusiasmo alla nostra passione per il Ju Jitsu, da condividere con altri gruppi in Italia e in giro per il mondo.

E da grande Leader qual’era, ci ha sempre fatto sentire a nostro agio, dandoci pari opportunità e pari dignità a tutti gli altri Settori, Karate compreso.


Robert Clark

Nella mente affiorano tanti ricordi, tutti straordinariamente positivi, del nostro Caposcuola Soke Robert Clark.

E’ riuscito a rendere attuali e immediatamente fruibili le tecniche del Ju Jitsu tradizionale grazie alla sua impareggiabile maestria nel modernizzare ed occidentalizzare le metodologie delle antiche Scuole Giapponesi.

Ogni volta che abbiamo avuto l’occasione di “bere alla sua fonte” è stata una sferzata di energia e di entusiasmo che ci ha dato sempre le giuste motivazioni nel nostro cammino fatto di ricerca, di studio, di pratica, di promozione e mai di vendita del Ju Jitsu.